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Itinerari

Il Piceno regala ai suoi ospiti l’opportunità di scegliere tra molteplici itinerari: le Città d’arte (a iniziare dalle bellezze di Ascoli Piceno, dove la sovrapposizione di stili ha creato veri e propri gioielli), gli antichi borghi medievali, i teatri storici, i musei e le pinacoteche, le aree archeologiche, l’architettura romanica e medievale. 

Località: Monteprandone

Il percorso si propone di attraversare l’Oasi “la Valle” di Spinetoli, passando per Monsampolo del Tronto, Acquaviva Picena, San Benedetto del Tronto e ritornare per la dorsale di Monteprandone. Partenza dal parcheggio dell’Oasi “La Valle” a Spinetoli: si procede tramite la rete ciclabile lungo Tronto sino a immettersi sulla Vecchia Salaria all’altezza di Villa S. Pio X. Si percorrono circa 5,5 Km per arrivare a ridosso di Monteprandone. Giunti al centro si imbocca la Provinciale per Acquaviva Picena, direzione Contrada Valle Rustica. Dopo una salita su prato si segue la rete dei “Sentieri Piceni” tra Monteprandone e Acquaviva Picena. Una volta raggiunta Acquaviva Picena, si procede per una lunga discesa verso San Benedetto del Tronto. Raggiunto l’alveo del torrente Ragnola (23,5 Km), si prosegue verso monte deviando in fuoristrada (25,2 Km) sulla dorsale di Monteprandone.

Località: Rotella

L’itinerario parte da Rotella (395 m s.l.m.), percorrendo la provinciale verso Venagrande e svoltando a sinistra verso Capradosso. Dopo circa 500 m, si imbocca una carrozzabile sulla destra, che porta in vetta. I principali punti di riferimento sono: Monte Cerro a quota 760 m s.l.m., ruderi di Casa Bassetti a 860 m s.l.m. e innesto sulla carrareccia del sentiero n° 3, poco prima di incontrare la “Fossa del Lupo”.

Località: Acquasanta Terme

Si parte dal centro del paese di Santa Maria, frazione di Acquasanta Terme, verso il fiume Tronto, raggiungendo l’antico lavatoio. Una volta attraversato il fiume, si sale verso il villaggio abbandonato di Vallesaggia. Il tragitto regala lo splendido panorama della vallata, con la sua tipica vegetazione fluviale popolata di salici, pioppi e dei querceti dei Monti della Laga. Si procede per Cocoscia e da qui verso sinistra, addentrandosi negli antichi castagneti di Carpineto. Il bosco tinge il territorio fino a Tallacano, una delle peculiari frazioni di Acquasanta Terme. Nella Chiesa di Sant’Antonio si può ammirare una tela cinquecentesca raffigurante la Crocifissione di Cristo, attribuita alla scuola di Cola dell’Amatrice. Per il ritorno si segue lo stesso percorso.

Località: Rotella

Si parte da Capradosso, frazione di Rotella (640 m s.l.m.), salendo per una carrozzabile che costeggia il cimitero, fino a raggiungere uno spiazzo recintato da vegetazione a 918 m s.l.m. Si imbocca quindi una sterrata che sale verso sinistra, dopo 50 m si supera un incrocio e, continuando a salire, si raggiunge, in 15 minuti circa, una grande radura a 1.020 m s.l.m. Si imbocca, sulla destra, una brecciata che porta a una strada privata, la quale raggiunge la vetta (1.103 m s.l.m.). Se si percorre il sentiero in automobile fino allo spiazzo a 918 m s.l.m., si giunge in vetta in 30 minuti circa.

Località: Rotella

L’itinerario prende avvio da Capradosso (640 m s.l.m.), dal quale si raggiunge la chiesa di S. Giuseppe (674 m s.l.m.), in località Icona. Si sale fino a incontrare un grande prato, poi si scende fino alla strada brecciata, che si percorre per alcune centinaia di metri. Una volta giunti vicino a un tornante posto in prossimità di un punto di sosta, si imbocca una sterrata verso sud che porta a un balcone sui calanchi. Si prosegue per il sentiero n° 2 fino in vetta (1103 m s.l.m.). In discesa si segue il sentiero n° 7, ossia la carrozzabile privata, fino al tornante a 915 m s.l.m., da cui si prende il sentiero della Capitania. Si percorre una sterrata che giunge a un vecchio casale a quota 709 m s.l.m. e da qui riparte in salita la pista che porta a Monte Cerro. Si scende lungo il sentiero n° 5, si attraversa un prato e sulla destra si imbocca una sterrata che attraversa l’alto Fosso dell’Oste per arrivare ad un altro rudere a quota 730 m s.l.m. Si continua per circa 200 m, poi si scende attraversando il Fosso Chiusa a quota 660 m s.l.m. per ritornare alla località Icona (674 m s.l.m.).

Località: Rotella

Partenza da Castel di Croce, a 768 m s.l.m.: si segue la strada che conduce alla provinciale Rotella-Ascoli Piceno, poi si svolta a destra e, percorsi 500 m, si imbocca la strada brecciata che è chiusa da una sbarra, la quale porta in vetta a quota 1.103 m s.l.m. Si scende verso Polesio (547 m s.l.m), poi si risale fino a ricongiungersi alla provinciale, che percorsa verso destra giunge alla base della strada privata attraversata all’andata.

Località: Rotella

Il cammino si dirama dalla piazza di Poggio Canoso, a 488 m s.l.m. Si percorre verso sud-est una strada brecciata, oltrepassando il Fosso della Romita e svoltando a destra dopo circa un centinaio di metri. Si sale verso la Comunità di S. Francesco (547 m s.l.m.), qui si attraversa la strada provinciale, si percorre un appezzamento e, una volta raggiunta nuovamente la provinciale, si imbocca una sterrata che sale verso sinistra. Nei pressi del crinale si prosegue per il sentiero n° 5..

Località: Castignano

L’itinerario parte da Ripaberarda, frazione di Castignano. Da qui si raggiunge la Contrada da Monte, a quota 663 m, seguendo la strada per Rotella e imboccando a sinistra, dopo circa 3 km, una strada brecciata. È possibile parcheggiare in prossimità di un raggruppamento di case diroccate. Fiancheggiando campi coltivati e boschi di castagno e roverella, si percorre la ripida sterrata che sale verso il Monte dell’Ascensione, la cui vetta è disseminata di antenne e ripetitori. Si continua sulla pista che, a quota 770 m, si immette su una carrareccia; al bivio si procede verso destra e, dopo pochi metri, si devia a sinistra. Si prosegue fino al limitare del bosco, da cui si imbocca un sentiero che raggiunge un balcone panoramico dal quale si scorgono i calanchi, la Majella e il Gran Sasso. Si continua sulla mulattiera e, giunti a quota 910 m, si prosegue sul sentiero principale che sale verso la sommità del monte. Raggiunto il pianoro sommitale, si guadagna la cima, sormontata da una grande croce di ferro, la Rupe di Santa Polisia, a 1103 m.

Località: Montemonaco

A S. Giorgio all’Isola, Montemonaco, si visita l’antica chiesa che si affaccia sul lago di Gerosa. Parcheggiando, si imbocca il “sentiero del Guerin Meschino” da cui, dopo circa 3 km di strada brecciata, al bivio per Rascio e dopo un altro chilometro, si giunge al paese di S. Lorenzo in Vallegrascia, custode di una chiesa visitabile. Si torna indietro al bivio e, attraversata la strada asfaltata, si scende verso il mulino Rava per guadare il torrente Aso. Si risale un campo per prendere il sentiero per Vallefiume. Da qui si prosegue lungo la strada asfaltata superando l’abitato di Pignotti per giungere alla chiesa di S. Maria in Casalicchio. Davanti alla chiesa si imbocca la brecciata che porta al cimitero ma, prima di raggiungerlo, si prende a destra il sentiero che risale la cresta e porta a Montemonaco. Lasciato il borgo, si prosegue per 1 km lungo la strada asfaltata fino a raggiungere il bivio per la Cittadella. Superato il bivio, si prende il sentiero che riconduce a S. Giorgio all’Isola.

Località: Montemonaco

Da Montemonaco si svolta verso Isola San Biagio e, dopo 1 km, si esce da un fitto bosco che si affaccia sul panorama offerto dal Monte Sibilla. Si svolta a destra e poi, dopo un altro km, si arriva a un bivio dove un cartello indica la sinistra per salire al Rifugio Sibilla, a quota 1540 m. Da qui si percorrono quasi 5 km di strada non asfaltata cosparsa di tornanti. Giunti al Rifugio Sibilla, si parcheggia e ha inizio l’escursione vera e propria. È possibile seguire due percorsi diversi: il primo è quello che dà origine alla “ferita” a forma di zeta sul monte Sibilla (strada larga e comoda, ma più lunga), il secondo invece sale direttamente sulla cresta della catena montuosa e si apre, all’altezza del monte Zampa, sulla gola dell’Infernaccio.

Località: Comunanza

L’itinerario spazia dal paesotto addormentato alla confluenza di due valli fino al borghetto antico adagiato nel cuore delle montagne. Si procede da Comunanza a Foce, luoghi dalle storie variegate e antiche, da cui la natura offre uno spettacolo incantevole, con la maestosità della montagna che scende ad affacciarsi sulla Valle del Lago di Pilato. La distanza esigua e la bellezza del paesaggio promuovono la salita, anche se l’arrampicata fino alla diga di Gerosa potrebbe risultare difficile per chi non è abituato a imprese di questa portata.

Località: Montemonaco

Il Meschino liberò il suo destriero e penetrò nell’antro della Sibilla. La scalata al monte era stata impegnativa, ma la speranza di conoscere finalmente le sue origini lo spinse a superare le difficoltà. Nella grotta c’era buio, poi il Meschino iniziò a sentire lo scrosciare di una cascata, infine giunse alle porte del regno della maga Alcina e vi entrò. Trovò ogni sorta di bene. Cibo, donne bellissime, una natura straordinaria. La maga gli promise che presto gli avrebbe svelato la verità sul suo passato. Il Meschino sapeva che, se fosse rimasto per oltre un mese, le sue possibilità di uscirne vivo si sarebbero affievolite, ma la maga continuò a rimandare il momento della rivelazione. Quando, dopo sette mesi, il cavaliere fece per andarsene, il regno incantato si trasformò in un incubo di serpenti e vermi. E allora il Meschino fuggì, scegliendo di rinunciare alla conoscenza per salvare la sua anima.

Località: Montemonaco

Il Grande Anello dei Sibillini in mountain bike è un percorso circolare di 224 km che tocca i principali centri del Parco tra le province di Macerata, Ascoli Piceno e Perugia e prevede un dislivello complessivo di 6.359 m. I sentieri sono puliti dai rami e da ogni oggetto che possa ostacolare l’avanzata. I rari incontri danno la percezione di essere fuori dal mondo, immersi in un benessere che assume i ritmi della natura.

Località: Montegallo

L’itinerario, che ha lo stesso senso di percorrenza del torrente Fluvione, parte dall’incrocio tra la strada che conduce a Meschia e la S.P. 85 Valfluvione, poco prima della frazione di Uscerno di Montegallo. Il percorso prevede alti e improvvisi dislivelli e per questo è consigliabile affrontarlo a piedi e con attenzione..

Località: Roccafluvione

Il percorso mette al centro un pregiato prodotto della terra, il tartufo di Roccafluvione. Si parte da Marsia, salendo verso la parte alta del paese. Si prende la strada per Vallicella, distante 2,5 Km. Attraversando il cammino, si incontrano vari impianti tartufigeni e boschi spontanei di roverella, che rappresentano le tartufaie naturali. Una volta giunti a Vallicella, si possono osservare le case fortificate. Da Vallicella si giunge poi a Collemoro percorrendo la S.P. 168. Dopo 3 km, si volta a sinistra e si prosegue per 1 Km fino a Casaregnano. Proseguendo in uscita dal paese, dopo circa 3 km, si arriva alla S.P. 237 e, seguendo le indicazioni per Roccafluvione, si imbocca la deviazione per Casacagnano. Marsia possiede un antico incassato con il vicolo della Madonnina e una zona archeologica chiamata “Marsicano”, dal nome del ruscello.

Località: Montemonaco

Partenza da Montemonaco: si scende nella vallata dell’Aso, svoltando successivamente a destra fino al piccolo centro di Foce. Una volta parcheggiata l’auto, si procede per il Piano della Gardosa, inoltrandosi in un bosco di faggi e giungendo al gradino roccioso delle Svolte, caratterizzato da un sentiero ripido. Si prosegue fino a Monte Rotondo e da qui, lasciando sulla sinistra i ruderi della Capanna Piscini, si procede sul sentiero fino a scorgere il Lago di Pilato (1940 m). Nella parte meridionale dei Sibillini si concentrano le cime più imponenti: Monte Vettore (2478 m), Cima del Redentore (2449m), Monte Argentella (2201 m), Palazzo Borghese (2119 m) e Monte Porche (2235 m). Il Lago di Pilato è racchiuso all’interno di questa dorsale e nelle sue conche permangono lingue di nevaio anche in piena estate. Il Lago di Pilato è formato da due bacini quasi circolari, la cui superficie gela totalmente fino a primavera. Qui vive un crostaceo unico al mondo: il Chirocefalo del Marchesoni, dal colore arancio diafano, lungo circa 14 mm. Fu scoperto solo nel 1954 dal prof. Marchesoni, durante le ricerche idrogeologiche condotte dall’Università di Camerino.

Località: Roccafluvione

Un percorso a tutto tondo attraverso stradine serpeggianti che, dalla valle del Fluvione, si innalzano verso le quote più alte delle colline per andare a scoprire i tesori artistici che il territorio custodisce, come le imponenti chiese benedettine. L’itinerario parte dalla visita alla chiesa di Santo Stefano Protomartire in Marsia, anticamente un monastero. Si procede quindi lungo la S.P. 237 fino ad imboccare la Provinciale per Montegallo. Continuando sulla provinciale, dopo una deviazione a destra si giunge a Pedara, custode della Chiesa di Pedara dedicata ai SS. Ippolito e Cassiano. Si procede alla volta di Osoli e da qui, dopo aver incrociato la S.P. 168 e aver percorso 3 Km, si raggiungono Agelli e poi Pastina. Qui si incontra la chiesa benedettina di Sant’Anatolia. Si prosegue ora per Scalelle, dove si trova la chiesa di Santa Maria Assunta, e da qui per San Giacomo, con l’omonima chiesa del secolo XV. Dopo aver visitato San Giacomo, il sentiero scende fino a Colleiano.

Località: Arquata del Tronto

Un itinerario impegnativo, ma che vale la pena affrontare per ritrovarsi davanti all’improvviso vedute indimenticabili. Come quelli del Pian Grande, nei cui colori la mente si perde leggera a ritrovare quella serenità che solo la natura nella sua purezza sa regalare. Le sfumature vivaci della lenticchia e dei papaveri in fiore contrastano con i toni forti della montagna e il verde intenso dell’erba. Ogni metro di questo cammino sussurra libertà, silenzio, ritagliando attimi eterni in cui la quotidianità sfuma per dare modo solo al pensiero di volare.

Località: Arquata del Tronto

Il percorso regala splendidi panorami e prevede una facile salita a Macèra della Morte da Monte Comunitore. Dalla Salaria, all’altezza di Trisungo, si risale verso Spelonga e, dopo aver superato il bivio per il paese, si procede verso sinistra per Monte Comunitore e Passo il Chino. Si continua su strada brecciata fino ad arrivare poco sotto Monte Comunitore (1695 m). Qui, dopo aver parcheggiato, si risale verso destra e poi si continua verso Passo il Chino (1581 m). Si attraversa il bosco Cugnolo e, visitato il Rifugio della Pedata (1800 m), si sale per ritrovarsi davanti a una veduta unica: da un lato Colle Finarolo, Costa Monterotondo e la Valle della Corte, dall’altro la Valle del Chiarino, Pizzo di Sevo, Cima Lepri e Pizzo di Moscio. Per la discesa si può raggiungere il Termine e seguire il sentiero a sinistra oppure raggiungere Pizzitello e proseguire per Pizzo di Sevo, un percorso che risulta però più impegnativo.